Tumori infantili: prevenzione come indicatore di civiltà

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Dottoressa Marianna Norata

Il 30 settembre scorso si è svolta a Roma, presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la 5° giornata in Memoria di Lorenzo Tomatis, il grande ricercatore e scienziato italiano che pose le basi scientifiche e metodologiche della cancerogenesi, identificando e classificando gli agenti inquinanti in base al loro effetto oncogeno.
La giornata ha visto lo svolgimento di un convegno dal titolo: “Tumori infantili: opinioni a confronto” in cui si sono succedute numerose relazioni e due tavole rotonde. Scopo del convegno era fare il punto su questo importante e delicato problema, sia dal punto di vista epidemiologico sia per quanto attiene i fattori di rischio, in particolare quello ambientale. Fra i relatori Ivano Javarone che ha illustrato il progetto di “SENTIERI KIDS”, un sistema multidisciplinare di osservazione permanente sullo stato di salute dei bambini che risiedono in aree contaminate coordinato dall’ISS e sostenuto dall’OMS; Corrado Magnani che ha illustrato i dati del recente Rapporto AIRTUM sui tumori dei bambini e degli adolescenti in Italia; Benedetto Terracini che ha evidenziato come nel contesto dei rapporti tra ambiente e salute infantile sia riduttivo e fuorviante limitarsi alla patologia neoplastica; Ernesto Burgio che ha affrontato i meccanismi molecolari della cancerogenesi infantile e in particolare le modificazioni epigenetiche correlate alle esposizioni ambientali; Paolo Vineis che ha trattato il tema dei tumori infantili nei paesi in via di sviluppo; Alberto Mantovani che ha affrontato il tema del rischio tossicologico e della sicurezza alimentare in relazione in particolare agli interferenti endocrini, un gruppo di contaminanti persistenti, pesticidi e composti industriali in grado di alterare le funzioni dell’organismo in via di sviluppo; Patrizia Gentilini che ha relazionato sulla presenza di contaminanti nel latte materno e sulla necessità quindi di un suo biomonitoraggio. Il latte materno, che mantiene tutte le sue benefiche virtù anche in presenza di contaminanti, è infatti un indicatore attendibile della qualità dell’ambiente in cui vive la madre e per questo viene attentamente monitorato nella gran parte dei paesi, specie per quanto attiene la presenza di diossine e PCB, ma questa pratica è purtroppo grandemente trascurata nel nostro paese e sporadiche sono le informazioni al riguardo.

Le tavole rotonde hanno visto la partecipazione sia di esperti (Giuseppe Masera, Andrea Pession, Fabrizio Bianchi) che di associazioni che si interessano della tutela dell’infanzia e in particolare di genitori di bambini oncologici che hanno richiamato la necessità di una maggior attenzione del mondo medico e dei pediatri nel fornire informazioni sui fattori di rischio già noti (inquinamento atmosferico, campi elettromagnetici, pesticidi, ecc…).

Il problema dei tumori infantili è sempre stato centrale nell’impegno di Tomatis, che già nel 1979 in un articolo comparso sulle monografie del National Cancer Institute dal titolo “ Prenatal exposure to chemical carcinogens and its effects on subsequent generations”, ipotizzava la possibilità di un passaggio transplacentare degli agenti inquinanti dalla madre al feto e le loro devastanti conseguenze, anche a dosi minimali, sulla salute delle generazioni future.

I più recenti sviluppi della ricerca stanno confermando le intuizioni di Tomatis e sempre più si evidenzia come il periodo della vita embriofetale sia cruciale non solo per il rischio di cancro, ma anche per l’insorgenza di patologie infiammatorie e cronico-degenerative (endocrino-metaboliche come obesità e diabete 2; immunomediate come allergie e malattie autoimmuni), del neuro-sviluppo e neuro-degenerative (autismo, ADHD, malattia di Alzheimer) di cui purtroppo si registra un drammatico incremento in particolare nei paesi occidentali. L’esposizione ad agenti inquinanti (metalli pesanti, diossine, PCB, particolato ultrafine, interferenti endocrini ecc.), che purtroppo si ritrovano a centinaia nel sangue del cordone ombelicale ,comporta infatti un’alterata programmazione di organi e tessuti, con conseguente alterazione delle loro funzioni.

Per quanto attiene i tumori dell’infanzia da 0 a 14 anni, l’ultimo Rapporto AIRTUM: “ I tumori dei bambini e degli adolescenti” registra, fortunatamente, per il nostro paese una stabilizzazione al 2008 nel trend dell’incidenza che risulta essere dell’1,6% rispetto al precedente Rapporto in cui, ricordiamo, si registrava fino al 2002 un incremento di patologie tumorali del 2% annuo e addirittura del 3,6 % annuo nel primo anno di vita.

C’è quindi motivo di considerarsi soddisfatti e abbassare la guardia? Evidentemente no, come hanno fatto notare alcuni prestigiosi relatori, visto che i tassi di incidenza nel nostro paese nel periodo 2003-2008 da 0 a14 anni continuano a essere fra i più alti al mondo sia per i maschi che per le femmine; ciò è ben evidente dalla sottostante tabella che confronta l’incidenza dei più frequenti gruppi di tumori infantili (leucemie, linfomi, tumori del Sistema Nervoso Centrale e altri tipi) fra Stati Uniti (SEER), Nord Europa (NORDCAN) e Italia (AIRTUM). Anche per quanto riguarda l’età adolescenziale (15-19 anni) si osserva un aumento significativo di tutte le neoplasie maligne, con un incremento percentuale annuo del 2%; in particolare per i linfomi l’incremento annuo è del 2,9%, per il linfoma di Hodgkin del 3,6%, per il carcinoma della tiroide del 6,1% e per il melanoma dell’8,1%.

Il problema dei tumori in età infantile e adolescenziale appare pertanto complesso e degno della massima attenzione, specie nel nostro paese, dal momento che a tutt’oggi non vi è purtroppo una spiegazione del fatto che i tassi italiani continuino a essere fra i più alti del mondo. Informazioni importanti al riguardo potranno provenire dall’attento monitoraggio dello stato di salute dei bambini che vivono in aree contaminate del nostro paese (Progetto SENTIERI KIDS), dal momento che già risulta che tra il 1995 ed il 2009 nell’insieme dei 44 siti italiani ad alto inquinamento ambientale, i bambini morti nel primo anno di vita sono stati 3332, contro un numero atteso di 3206 (nell’ipotesi di un tasso di mortalità uguale a quello delle regioni di appartenenza).

La protezione dei bambini dall’esposizione agli inquinanti ambientali è una priorità di Sanità Pubblica, anche per le implicazioni di natura etica e di equità sociale, dal momento che non è discutibile che il livello di attenzione all’infanzia misuri il grado di civiltà della società.

La Prevenzione Primaria, ovvero “agire sulle cause delle malattie, prima che queste si manifestino, riducendo l’esposizione delle popolazioni agli agenti tossici e cancerogeni”, è la grande, purtroppo inascoltata, lezione che per tutta la sua vita ha professato Lorenzo Tomatis, l’unica strada che “tutela la salute e protegge il ricco come il povero, ma che non porta onori, fama o denari e pertanto negletta ai governi e alle istituzioni”.

Patrizia Gentilini